Manca meno di un mese all’entrata in vigore della riforma del condominio: le nuove misure saranno operative dal prossimo 18 giugno. tra le molte novità introdotte, tra le quali spicca l’obbligatorietà del conto corrente condominiale, una in particolare causa non poche preoccupazioni agli operatori del settore edile e agli stessi inquilini. stiamo parlando della norma che prevede che i lavori siano pagati di fatto in anticipo
la riforma, infatti, modifica l’articolo 1135 del codice civile, e introduce per le opere di manutenzione straordinaria dello stabile l’obbligo di costituzione di un fondo di importo pari all’ammontare dei lavori. in pratica, il denaro necessario per i lavori deve essere disponibile prima dell’inizio degli stessi: gli inquilini possono certo ricorrere ad un prestito bancario o ad una fideiussione, ma pagare in anticipo non piace agli italiani, e diventa molto difficile specialmente in tempo di crisi (quale banca concede un finanziamento oggi?)
ed ecco, quindi, l’allarme dell’anaci, associazione nazionale degli amministratori immobiliari, rivelata dal presidente pietro membri in una intervista al corriere: “la norma era stata voluta proprio dai costruttori per tutelarsi dai mancati pagamenti, ma oggi appare pressoché impossibile da attuare”. con la crisi economica che svuota le tasche delle famiglie italiane, infatti, attualmente “in condominio si fa fatica ad accantonare i soldi per il tfr delle custodi, è ben difficile pensare che un’assemblea decida di pagare in anticipo decine di migliaia di euro”
insomma, questa misura potrebbe rivelarsi molto dannosa per l’intero settore edilizio, per il quale le attività di manutenzione dei condomini, come il rifacimento delle facciate o la sistemazione dei tetti, rappresentano un’entrata importante, specialmente in tempi come gli attuali, in cui gli operatori sopravvivono grazie a questi interventi, abbastanza diffusi grazie ai bonus fiscali per la riqualificazione edilizia ed energetica (che potrebbero scadere in mancanza della proroga fino a dicembre promessa dal ministro lupi)
il settore edile etichetta quindi la norma come un passo falso della riforma del condominio, nella quale rileva inoltre altri punti deboli: tra questi, la poca chiarezza nella modalità di nomina dell’amministratore (si parla di un incarico annuale che viene poi tacitamente rinnovato per un secondo) e la confusione tra i compiti dell’amministratore e dell’assemblea (se un inquilino trasgredisce il regolamento, chi decide la sanzione?)
altra difficoltà, destinata probabilmente ad accendere le discussioni nelle assemblee condominiali di tutto il paese, è quella relativa agli animali domestici: la riforma vieta di inserire nel regolamento un divieto al possesso di cani, gatti e simili. ma cosa succede se il regolamento contrattuale è precedente all’entrata in vigore della legge?
pubblicato da idealista.it